Cos'è Il Massaggio Bioenergetico Dolce

IL MASSAGGIO BIOENENRGETICO DOLCE DI EVA REICH

Storia
Il massaggio bioenergetico dolce è stato messo a punto agli inizi degli anni 40, da Eva Reich, medico pediatra, figlia di Wilhelm Reich.
Wilhelm Reich, medico e psicologo, padre della bioenergetica e allievo di Sigmund Freud, ha sviluppato l’aspetto fisiologico della psicoanalisi esplorando la strada di intervenire sulla psiche anche attraverso un intervento sul corpo.
Questa prospettiva portò alla elaborazione della così detta vegetoterapia che riconosce l’organismo vivente come caratterizzato fondamentalmente da una “pulsazione” originata dal ritmo respiratorio dell’intero organismo.
Questa pulsazione, dà ad esso la sua unità e la sua armonia.
La rimozione del blocco nella pulsazione avveniva attraverso gli esercizi fisici elaborati dalla vegetoterapia, fino a quando cominciò a farsi strada l’idea che l’oscillazione organismica potesse essere un fenomeno di tipo risonante e quindi la corretta pulsazione potesse essere stabilita attraverso una relazione di risonanza che avviene più facilmente quando lo stimolo è piccolo.
E’ la scoperta del Principio del Minimo Stimolo, dovuta principalmente ad Eva Reich.

Principio del Minimo Stimolo
Eva Reich cominciò ad applicare il massaggio bioenergetico dolce (tocco farfalla) sui neonati prematuri, per sciogliere l’originaria contrazione alla base del trauma della nascita e ristabilire le funzioni vitali.
Molte tecniche di lavoro corporeo si basano sulla logica di usare la forza per fare emergere ciò che primitivamente è avvenuto o correggere vecchie distorsioni.
Eva Reich sperimentò l’opposto.
Quando veniamo toccati se il tocco supera la soglia del dolore, fisico o emotivo, la persona reagisce “ritirandosi”. E’ la naturale risposta a quello che viene percepito come un attacco. Se invece il contatto è dolce e delicato, l’organismo si rilassa, bioenergeticamente si espande. Le tensioni dei blocchi muscolari si sciolgono e i collegamenti energetici ristabiliti agiscono sulle perturbazioni di ordine trofico, respiratorio e circolatorio, appartenenti al sistema vegetativo, che si autoregola con l’intensità adeguata al sistema in quel momento.

Come funziona?
Una ricerca effettuata dal professor H. Olausson del Dipartimento di Neurofisiologia Clinica dell’Ospedale Universitario di Sahlgrenska (Svezia) sottolinea come le fibre nervose non mielinate reagiscano al “tocco gentile” e al lento accarezzamento stimolando il sistema limbico e avviando la connessione ciclica fra il sistema endocrino e immunitario,(1).
Il sistema limbico responsabile delle risposte emotive, ormonali e comportamentali del contatto tra individui (2), permette questa “apertura” psico-fisica sostenuta dalla risonanza e dall’empatia con il terapeuta .
L’esperienza sensoriale interattiva è come se “nutrisse” emotivamente, quindi energeticamente il paziente che si apre con fiducia al contatto, alla relazione, alla vita (3) risintonizzando la pulsazione del proprio organismo sulle frequenze vitali dell’organismo del terapeuta.

L’importanza del terapeuta
Una delle risonanze importanti nel processo terapeutico è quella tra l’organismo del terapeuta e l’organismo del paziente; risonanza non soltanto mentale ma anche corporea. Attraverso la comune connessione con il corpo, ipoteticamente capace di autoregolazione del terapeuta, le parti energeticamente dissonanti del corpo del paziente possono essere aiutate a riacquistare una coerenza e l’energia interna si riorganizza.
La pulsazione naturale riesce a ricostituirsi sulla base del rafforzamento delle sue parti sane, messa in moto dalla presenza nell’ambiente circostante di un gran numero di piccoli stimoli veicolati dal terapeuta (tocco, voce, sguardo), che “lubrificano l’accesso alla condizione di risonanza”.

Corrispondenza con la legge di WEBER e FECHNER
Il Principio del Minimo Stimolo è in linea con una delle leggi fondamentali della fisiologia scoperta verso la metà del 1800 da Weber ed elaborata pochi anni dopo da Fechner.
Questa legge afferma che la sensazione è sempre proporzionale al logaritmo dello stimolo. Il logaritmo è una funzione matematica che cresce lentamente al crescere della variabile da cui dipende.
Quindi secondo la legge di WEBER e FECHNER uno stimolo 10 volte maggiore produce soltanto una sensazione doppia.
Questo è un fatto positivo poiché protegge l’organismo dagli stimoli eccessivi.
Quando però la variabile diventa molto piccola, il logaritmo diventa negativo; la sensazione diventa quindi negativa, cosa che può voler dire che la sensazione non è più rivolta verso l’esterno, ma rivolta verso l’interno, capace quindi di riorganizzare l’interiorità.
Perciò la sensazione interiore prodotta dallo stimolo è tanto più grande quanto più piccolo è lo stimolo.”
L’organismo, come ci mostra infatti la fisica quantistica dei sistemi viventi, è ottimizzato per risuonare sui piccoli stimoli ed accedere a processi di autorganizzazione bioenergetica, incrementando il proprio processo di salute. (Emilio Del Giudice, fisico, Premio Prigogine 2010)

Autoregolazione e contatto
Possiamo accedere alla capacità di autoregolazione dell’organismo che a causa del trauma vissuto si è ritirato dalla vita e dalla salute, solamente favorendo le condizioni che permettono l’apertura e il flusso energetico.
Creando esperienze di contatto, tramite il tocco della pelle, dello sguardo, della voce e della parola, che siano orientate al principio vitale del Minimo Stimolo, soddisfiamo i nostri bisogni vitali di relazione e le forti emozioni diventano vivibili e affrontabili.

(1) H. Olausson et al. Unmyelinated tactile afferents signal touch and project to insular cortex, Nature Neuroscience 5, 900 - 904 (2002) disponibile su: http://www.nature.com/neuro/journal/v5/n9/full/nn896.html

(2) Pert C., Molecole di emozioni, Red Edizioni 2000

(3) Eva Reich, Eszter Zornanszky, Bioenergetica Dolce, Tecniche Nuove 2006

(4) Lucia Di Francesco, Il Massaggio Bioenergetico Dolce con i pazienti mielolesi, (2010) disponibile su: http://www.evareichmilano.it/articoli_e_bibliografia.html